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Beni pignorabili, ecco le eccezioni

Per legge, ci sono categorie di beni che anche in caso di pignoramento non possono comunque essere toccati

Molto può essere pignorato, ma non tutto. La legge infatti parla chiaro perché il legislatore ha voluto comunque tutelare il diritto alla vita e alla dignità del debitore che sono considerati fondamentali e quindi esistono dei beni impignorabili.

Beni di prima necessità e quelli ritenuti essenziali per la vita

Finiscono in questo elenco i beni di prima necessità e quelli ritenuti essenziali per la vita del debitore e delle persone che convivono con lui, in base all’articolo 514 del Codice di procedura civile: si tratta in particolare vestiti e biancheria, armadi, letti, tavoli e sedie, posate e utensili, frigoriferi, stufe e fornelli a gas o elettrici, cassettiere, lavatrici, così come i commestibili e i combustibili necessari per coprire il fabbisogno di un mese.

Strumenti per il lavoro

Inoltre non sono pignorabili libri, attrezzi e oggetti fondamentali, come un pc, che servono per il lavoro, oltre che le armi utilizzate per un pubblico servizio.

Animali di compagnia e oggetti sacri

E in base all’articolo 514 non possono essere pignorati oggetti dal grande valore affettivo come gli oggetti sacri e necessari per professare il culto religioso, la fede nuziale, lettere e scritti che appartengono alla famiglia. Con un’integrazione del 2015 lo sono anche gli animali da compagnia che vivono nella casa del debitore, sempre che “non siano destinati a fini alimentari o commerciali, così come gli animali utilizzati a fini terapeutici o di assistenza del debitore, ma anche del coniuge, del convivente o dei figli”.

Impignorabilità relativa

Gli articoli 515 e 516 del Codice di procedura civile invece contemplano i casi di ‘impignorabilità relativa’, cioè legata a circostanze particolari. Invece i crediti, in base all’articolo 545 del Codice di procedura civile del stabilisce sono assoggettabili ad esecuzione forzata.

In particolare i crediti alimentari, come quelli che si devono in regime di separazione i sussidi per maternità, malattie e funerali dovuti da enti assistenziali o benefici oppure ancora da casse di assicurazione e quelli riservati a sostenere persone in stato di indigenza.

Infine non possono essere pignorate le pensioni minime, cioè la cifra che corrisponde alla pensione sociale Inps commisurata al reddito e alla grandezza del nucleo familiare. E per la parte che eccede, il pignoramento non può superare la quota del 20%.